giovedì 15 novembre 2012

nokia 1100

Questo post merita una piccola prefazione. Anzitutto, nasce da un invito, che ho rivolto questa volta a Cristina, a scrivere qualche riga sul 1100. La richiesta nasce dal fatto che ne è stata il possessore che meglio di altri, a mio parere, poteva esprimere lo spirito di questo gioiellino. Si vedeva, che ne coglieva l'anima, da come lo usava. E lo usava smodatamente. Per quello glielo ho chiesto, e per questa ragione, probabilmente, ha risposto così velocemente e con tanto entusiasmo. Ma leggerete da soli quale amore... Fra poco vi lascerò alle sue parole. Solo qualche riga ancora per segnalarvi questo. Ci rivediamo a piè di pagina...


Quella mail conteneva una possibilità, e una rivelazione. Una possibilità: di dirglielo (che lo avevo amato). E di poterglielo dire chiamandolo finalmente per nome (la rivelazione). La mail diceva così: Oggetto: invito Testo: un invito a scrivere qualche cosa sul tuo nokia 1100. Allora era così che ti chiamavi, vecchio mio. Era quello il tuo nome. Nokia 1100. Solo a pronunciarlo lo vedevo. E a dirla tutta, mi sentivo un po' come il protagonista della Turandot (ma versione femminile e di quella parte di femmineo che ignora le specifiche della tecnologia - sono di quelle che della macchina guardano le forme dei fanali e dei cellulari non certo il nome, ma...beh, vedrete). Lui era blu. prima era stato arancione. Cioè:  lo avevo amato talmente tanto che quando quello arancione era stato sommerso da un'onda del mare, ero corsa a prenderne uno identico, ma era rimasto solo il blu. il mio amore era fedele. La mia estetica ostinata. Insomma: un po' principe Calaf e un po' Vieri (che cambia le fidanzate ma si assomigliano tutte). Ma torniamo a lui. Di lui ricordo il salvaschermo: nessun colore. Non ne aveva bisogno. A rallegrare la giornata bastava quella faccina ridente che faceva un giro completo su se stessa, 360° di occhi sgranati a palla. Di lui gli altri ricordano - perchè sì, anche gli altri lo ricordano - di lui ricordano come ero io quando c'era lui (nelle relazioni è così: l'altro ci rende diversi). A me rendeva smsAra. Ero prodiga, generosa di messaggi. Deliziosamente comunicativa: le dita scorrevano da una lettera all'altra, morbidamente. Con la sua tastiera leggermente bombata, le scritte grandi (che a un certo punto non si lessero più a furia di strisciarci sopra, ma io conoscevo a memoria i suoi tasti come un pianista il suo piano). Ero veloce. Lui mi rendeva veloce. il dito più veloce del west. Io sapevo che nessuno sarebbe stato come lui. Che cadde n mila volte +1 e mai si ruppe. Che la prima volta sì, si fece sorprendere dall'onda, ma fu vinto solo perché restò veramente troppo a lungo in una pozza, perché la seconda volta, quando cioè capitò al blu (sono recidiva io), il pronto salvataggio lo trovò forte e alla respirazione bocca a bocca rispose tempestivo e subito si riprese. Io sapevo che nessuno sarebbe stato come lui e lasciai per 27 mesi un Iphone nella propria custodia per non separarmi da Lui. Poi cedetti. Ma questa è un'altra storia.

PS: oltre al link indicato sopra, aggiungo anche questo

1 commento:

  1. Grazie anzitutto del bel post. Trovo che renda molto bene l'idea, soprattutto di un certo punto di vista femminile sulla telefonia. E poi rende molto onore alla telefonia cellulare non-smart. Insomma, 27 mesi prima di prendere in mano lo smartphone per eccellenza, quando lo si ha già a disposizione, credo possa essere le migliore campagna pubblicitaria per un nokia 1100... se ci sentisse la casa finlandese credo ti scritturerebbe per una bella pubblicità. Proponiamoglielo! In ogni caso, un gran bel modello, il 1100, cui hai fatto giustamente omaggio in questo testo. Aggiungo qualche riga. Faccio notare l'originale disposizione dei tasti funzione, visibili in foto, con la particolarità del tasto rosso sulla sinistra. Ribadisco poi la piacevolezza al tatto della tastiera, veramente velocissima e affidabile. E poi, una volta per tutte: viva il monitor in "bianco e nero", eccezionale per la messaggistica veloce non-multimediale. L'unico, l'unico impedimento è rappresentato dall'assenza strutturale di messaggistica multimediale, altrimenti questo modello è uno degli esempi migliori di qualità estrema di un cellulare. Cellulare, appunto. Non smartphone. A questo proposito, poi... circa poi gli usi di cui al link sopra nell'introduzione, si commentano da soli!!

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