martedì 5 luglio 2016

Ericsson GO 118

Anno MCMXCV. Siamo agli albori della telefonia cellulare di massa. Eppure siamo già più di un un passo oltre i "bricks" dei motorola della prima ora. E tutto sommato in fotografia il GO 118 non rende neppure così bene. Occorre averlo in mano, per rendersi conto delle dimensioni reali, delle proporzioni e soprattutto dell'ergonomia, oltre che della qualità dei materiali. Questi i tratti salienti di questo modello avanguardista. Se pensiamo che negli stessi anni uscivano modelli dalle forme ancora molto più spigolose o antiergonomiche, questo Ericsson può ben vantare un vantaggio sulla concorrenza, anche in termini di stile. Per quanto riguarda le funzionalità, son costretto a rifarmi all'archivio di gsmarena, di cui nel tempo ho testato la precisione. In caso di errore, comunque, sono ben accetti messaggi di rettifica. Purtroppo, si tratta di un modello che non ebbi modo di provare ai tempi, ed ora non riesco ad accedere al menu per mancanza di una scheda valida: montava ancora nel dorso le grosse schede delle dimensioni di una carta di credito. Alcuni numeri: le dimensioni del telefono sono 145 x 59 x 18; monta una batteria da 1200 mAh che garantiva uno standby di "sole" 36 ore; il display monocromatico ospita 4 righe di testo lunghe 12 caratteri, ovvero le ultime lettere evidenziate in colore di questa frase; il peso è di 215 grammi; la rubrica ospita 100 contatti, la rete GSM utilizzata è monofrequenza e si affida agli ancora funzionanti 900 Mhz. Eppure, nonostante le prestazioni oggi veramente preistoriche, a prenderlo in mano, questo GO 118 sembra essere più recente e performante. Forse per la qualità dei materiali scelti per la costruzione, e per la scelta di una forma ancora in una certa qual misura sensata e proponibile, l'ericsson in questione sembra essere più giovane. Giunge al nostro museo come dono di Diego, nostro sostenitore e contributore principale, che lo acquistò nel lontano 1997 come suo primo telefono cellulare. Ricorda, e forse ci dirà di più in proposito nei commenti, che seguiva il più vecchio GH 218 (a questo proposito, sarebbe terribilmente interessante venire a capo dell'algoritmo dell'assegnazione dei nomi, fino all'improbabile, appunto GO 118, che ricorda più una incitazione che non un insieme di lettere e numeri. Se ci riusciremo, ne riparleremo).
Quel che più mi ha colpito, come dicevo, di questo esemplare, è la sensazione che in casa Ericsson avessero colto nel segno, ed è un impressione ex post, intendiamoci. Allora non la vedevo allo stesso modo, neppure lo ricordavo più. Erano i tempi degli 8700-8900, dei Siemens s10... forse non avevamo ancora deciso quale fosse la forma ideale per noi del telefono cellulare.... ma a distanza di ben 20 (venti!) anni posso dire che il nostro GO 118 potrebbe ancora essere tranquillamente il nostro cordless preferito mentre lavoriamo in giardino: robusto, ottima presa, perfetta la resa tattile della tastiera, buona visibilità dello schermo, dimensione apparentemente dettate da ergonomia e non dalla necessità dell'epoca di caricare i dispositivi di batterie pesanti. Spendo ancora due parole per lodare alcuni particolari, come le tre smussature dello spigolo dello schermo che continuano nella forma di tre scanalature delle plastiche intorno ai tasti funzione ospitati subito sotto. Una finezza, anche se un po' grossolan per gli occhi di chi maneggia un iPhone, che riesce apprezzabile per l'attenzione che dimostra in fase di progettazione. La disposizione dei tasti è immediatamente memorizzabile e l'approccio al loro utilizzo è intuitivo. I numeri e le lettere ben visibili, e non soltanto per la dimensione ma anche e soprattutto per la scelta dei materiali e dei caratteri, la dislocazione dei tasti è simmetrica e lineare. Si veda a questo proposito, come esempio di scelte un poco differenti, il già citato Motorola 8700. [... continua ...]

lunedì 7 marzo 2016

Telefono, non padrone.

Un rifiuto per lo smartphone, sempre più grosso, sempre più aggiornabile (e aggiornando), sempre più esigente. Già, perché ho avuto la sensazione di non essere più io ad esigere da lui, quanto piuttosto il contrario. E allora torniamo indietro. A ciò che mi serve. Telefonare. E scrivere qualche messaggio. Cose che il nokia 112 ( non ridete...) fa egregiamente. Già ne abbiamo parlato in passato. Forse gli manca una fotocamera leggermente più performante, ma la maneggevolezza, la affidabilità, la robustezza, la durata incredibile della batteria, il doppio slot per due sim e lo slot per espansione di memoria ne fanno un unicum nel panorama ormai deserto dei cellulari a tastiera. Speriamo che prima o poi ne facciano ancora così. Per ora uso il 112.

E twitter? E la mail? E whatsapp? - direte. Ho spostato tutto sul tablet. Ma di questo parleremo un'altra volta...

sabato 16 gennaio 2016

Lo Z10 entra nel museo


Dopo più di un anno di onorato servizio, lo Z10 entra nel museo. Purtroppo. Due sono i fattori che ne hanno anticipato il pensionamento. BB10 infatti veniva ancora rinnovato. Già rumors in rete, però, facevano intendere che gli aggiornamenti sarebbero presto stati limitati ai modelli di punta. Inoltre, ho cominciato ad avere problemi di caricamento di alcuni siti, che mi comunicavano che il mio browser non era più supportato. Che per un BB equivale ad un insulto. Tempo di rinnovamento, ho pensato. E poi è accaduta una cosa che non mi aspettavo. Un pomeriggio ho dovuto utilizzare in modo intensivo il BB: più finestre web aperte, numeri di telefono, copia e incolla, whatsapp, social.... il risultato è stato surriscaldamento e rallentamento. Incredibile, mi sono detto. Forse è il momento, ho pensato. A questo si aggiunga che mi serviva una seconda linea su altro numero. Così, ho cambiato, e sono passato ad uno smarphone dual sim.
Confesso: ho accarezzato l'idea di acquistare uno di quei congegni che permettono di caricare due sim in un solo slot, ma alla fine ho desistito. Voglio qualcosa che nasca per la doppia sim, mi sono detto. E mi sono guardato intorno.
Android, voglio tornare ad android, sono stanco di limitazioni, mi sono detto. E così ho fatto. E voglio tanta memoria. E così ho scelto quello che ne aveva di più di tutti. Lo zenfone 2 con 4 Gb di RAM.

Per farne la recensione sarebbe presto, vi rimando ad un prossimo post dedicato. Per il momento posso dire che il ritorno "a casa", ad android, non è stato liscio. L'ultima versione che aveva equipaggiato il mio huawei era la 4.0.qualcosa, e passare al 5.0 dello zenfone non è stato come trovare tutti i comandi dove mi aspettavo. Per di più la personalizzazione di asus porta con sè una vagonata di programmi e programmini che francamente intasano il device. Ma come ho già detto, di questo parleremo più avanti. Quel che resta, del BB che va in pensione è un ricordo di solidità e di affidabilità, ed anche di eleganza. Purtroppo, il PRIV non mi interessa né per la tastiera a scorrimento, né trovo il prezzo ACCETTABILE. Lo Z30 è troppo vecchio. La strada, purtroppo, era segnata. Addio, Z10. Sei stato grande.