Signori, è Storia. Questa è veramente Storia. Cellulare, s'intende. Grazie (infinite) a Sergio, cui va la riconoscenza più viva per questo regalo, il museo si pregia di ospitare, udite udite... un Motorola DynaTAC Ultra Classic II, un esemplare del 1994. Classico brick phone (inizialmente battezzati shoe-phones), dovrebbe essere uno degli ultimi delle serie Dyna. Conta i 12 tasti tradizionali più 9 tasti funzione e 3 tasti programmabili. L'ergonomia, a dispetto delle apparenze, è assolutamente soddisfacente. Buona presa, peso non eccessivo, Tasti con ottima risposta e gradevole sensazione al tatto, dalla ottima separazione funzionale e colorazione. Il display dovrebbe essere a cristalli liquidi sopra illuminazione verde, ma finora non sono riuscito ad accenderlo. L'esemplare del museo è brandizzato Movicom (primo operatore di telefonia mobile in Argentina, da dove proviene il telefono, poi acquistato da Telefonica Moviles e quindi conosciuto col nome di Movistar). Purtroppo non conserva la lunga e robusta antenna centrale, che ricorda più le radiotrasmittenti militari che non i moderni cellulari. E' un pezzo che sa appassionare chi segue la materia. Grazie ancora Sergio per questo dono, e sicuramente del Dyna torneremo a riparlare...
domenica 23 novembre 2014
Siemens S8
Finalmente ne parliamo. Perla rara del museo, ecco il Siemens S8, acquistato da mio padre alla fine degli anni Novanta. Funziona (ancora) su rete GSM 900. Estetica particolarmente discutibile, senza dubbio. Ma la forma stessa del telefono cellulare era ancora in discussione, in quel periodo. Nessuno ancora sapeva se sarebbe andata più verso quella del telefono tradizionale oppure verso le forme più squadrate dei primi motorola oppure ancora verso forme più avvenieristiche, vedi Motorola StarTAC. Siemens riprenderà le curve ancora a lungo, ricordo a questo proposito gli M35, 45, l'ME45, e poi ancora, al vertice della sua penetrazione nel mercato italiano, gli A50, gli A60. Scelta che metterà in discussione durante il suo lento declino: vedi modelli delle serie 65,70,75, 80, 85... per poi continuare in Benq! Aveva alcune particolarità, che ormai avevo dimenticato a distanza d'anni.... un disegno a forma di rete-celle d'alveare sullo schermo lcd monocromatico, e una illuminazione che coinvolgeva l'intero telefono, se ben ricordo a led verdi. Molto luminosa la tastiera. Già allora, ricordo, il menu Siemens era particolarmente astruso, caratteristica che si portò dietro per alcuni modelli. Leggo dalla scheda delle caratteristiche che aveva 55 ore di stand by e 5 suonerie differenti.
sabato 15 novembre 2014
Näkemiin*
Ebbene sì: Nokia non produrrà più telefoni.
La notizia ha dell'incredibile.
Leggo dall'articolo cui vi ho indirizzati: "il core business sarà incentrato sulla realizzazione di network, sulla progettazione delle mappe Here e sulle tecnologie". E ancora: "A trainare tale crescita è soprattutto la divisione Networks, in crescita “più velocemente del mercato” e che vede una contro l’altra Nokia, Huawei ed Ericsson".
Prima ancora di finire la frase mi era già venuto alla mente il destino, appunto, di Ericsson, e di Siemens. Tecnologie. Non consumer. Leggendo poi che gareggia con Huawei, la faccenda diventa quasi ridicola. Lo sapevamo, infatti, che Huawei aveva da dire a tal riguardo, ma se non ci sbagliamo sta conquistando, con una velocità impressionante, un posto di tutto rispetto nel mercato consumer. Ma lasciamo correre. Sarebbe infierire. D'altra parte, è da tempo, si sa, che non ci sentiamo più a casa chez Nokia. Peccato. Solo che è più amaro leggere, nero su bianco, che non sarà mai più come prima. Ciao, telefonini Nokia. E' stato bello. Bellissimo.
*näkemiin= addio, in finlandese (fonte Google)
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